Dalla ricerca emerge un quadro piuttosto ottimistico sulla felicità degli anziani – ha affermato Calandriello – Inviterei a stare attenti alla statistica ed al metodo: se la ricerca e’ fatta attraverso interviste telefoniche – continua il segretario di ANASTE – purtroppo si ha una statistica distorta perchà© chi viene a rispondere al telefono è generalmente un anziano autosufficiente. Quelli che sono malati a letto nella propria casa e quelli ospitati nelle case di riposo, sfuggono generalmente a questo tipo di rilevazioni.
“E’ sempre un buon segno sapere che vi sono molti anziani che non si sentono “vecchi” – ha affermato Calandriello – ma in Italia su 10 milioni di ultra 65enni, ve ne sono 2 milioni che necessitano di assistenza e tra questi ve ne sono oltre 320mila , che hanno un’età media di 85 anni, in strutture residenziali. Questo senza contare i periodi di vacanza in cui la domanda aumenta notevolmente”.
Il segretario di ANASTE ha sottolineato, infine, gli aspetti sanitari e sociali degli anziani ospitati dalle strutture residenziali ricordando che “per molti di loro il problema vero è la solitudine e il senso di abbandono da parte delle proprie famiglie, non sottovalutando il problema sanitario. Almeno il 60% degli ospiti delle nostre strutture, infatti, soffre di patologie che vanno dalla demenza senile ai problemi cardiocircolatori”.
Proprio sugli aspetti di monitoraggio delle patologie cardiocircolatorie, ANASTE sta lavorando ad un progetto che permetta il costante controllo a distanza degli anziani ospitati in case di riposo.
Fonte: Help Consumatori