Vuoi sapere se sei a rischio di fratture da osteoporosi? Dipende tutto dalla resistenza delle tue ossa. Al secondo incontro dell’European Calcified Tissue Society a Ginevra, i ricercatori annunciano che non basta più misurare la densità minerale ossea, ossia conoscere il quantitativo di osso, per arrivare ad una diagnosi corretta di osteoporosi, predire le eventuali fratture e trattare il paziente. Quello che bisogna capire è cosa c’è dentro quelle ossa. Cosàì “Alliance for Better Bone Health” fondata da Procter&Gamble e Sanofi-Aventis, impegnate a migliorare la salute delle donne e degli uomini colpiti da osteoporosi, annuncia un sostanziale cambiamento nell’approccio diagnostico dell’osteoporosi e batte su un nuovo concetto: quello che conta è la qualità dell’osso, fondamentale anche per il trattamento della patologia.
“La misurazione della densità minerale ossea”, ha detto Nelson Watts dell’Università di Cincinnati, “consente di identificare i soggetti a più elevato rischio fratturativo, è vero, ma nei pazienti già in terapia le variazioni della densità minerale ossea ad esempio, quelle che si rilevano con il risedronato che migliora la microarchitettura dell’osso e riduce il rischio di frattura, spiegano solo in parte il perchà© di questi miglioramenti”. Di certo “quanto” osso abbiamo a disposizione nel nostro scheletro, è importante, ma è altrettanto fondamentale individuare la struttura, anzi la “buona” struttura delle ossa che in definitiva si traduce in resistenza ai traumi.
L’osteoporosi, malattia che colpisce 1 donna su 3 e 1 uomo su 10 in Europa, è caratterizzata da una riduzione della resistenza ossea. Il grado di densità minerale ossea è molto importante, tuttavia è solo uno dei fattori che contribuiscono alla resistenza dell’osso e infatti conta per meno di un terzo nella riduzione del rischio fratture. “L’osteoporosi postmenopausale è talmente diffusa”, ha sottolineato Watts, ” che è giunto il momento di averne una visione più globale che consentirà di migliorare la valutazione dei rischi di frattura”. Non sarà male per i medici di medicina generale che, pare, sottovalutino non poco la malattia, rinverdire il concetto di “microarchitettura” dell’osso, robustezza ed elasticità ossea, turnover osseo, collagene e mineralizzazione. Tutte componenti che fanno di un osso, un buon osso.
Fonte: Repubblica Salute