Situazione decisamente preoccupante quella che emerge dai dati ufficiali del Ministero degli Interni in particolare per Roma, ma l’emergenza-casa è diffusa su tutto il territorio italiano.
Il tasso nazionale delle sentenze di sfratto, calcolato nel primo semestre del 2004, è infatti aumentato di quasi il 24% rispetto allo stesso periodo del 2003. La Capitale vede un incremento addirittura del 71%.
A trasmettere tali dettagli è l’Unione Inquilini che si scaglia contro i provvedimenti del governo e le affermazioni del vice-ministro Martinat, che minimizza la diffusione relativa al numero delle famiglie interessate al problema.
” Il decreto legge dello scorso 27 maggio è una mini-proroga che interessa solo una piccola porzione dei soggetti coinvolti negli sfratti” ha affermato Massimo Pasquini, segretario dell’Unione Inquilini di Roma e del Lazio.
L’analisi sulle motivazioni dei provvedimenti vede il primato della morosità , che riguarda ben 16 mila dei circa 24 mila sfratti emessi lo scorso anno, delineando un variegato ed articolato panorama di disagio sociale che interessa soprattutto anziani, giovani precari, famiglie impoverite da questi anni di crisi.
“Il governo” ha aggiunto Pasquini “ha un obbligo, non solo morale, ma legislativo nei confronti degli inquilini sfrattati ai quali va garantito il passaggio da una locazione all’altra, secondo quanto previsto dal Trattato Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali a cui l’Italia ha aderito”.
Il “sindacato” per la tutela del diritto alla casa, cosàì si definisce l’associazione, propone una revisione della politica abitativa del governo ad ampio raggio, reclamando sia la costruzione di nuove case popolari , auspicandone circa 200 mila, ma anche il recupero e l’ammodernamento delle locazioni già disponibili, oltre a un controllo pubblico sui canoni d’affitto che hanno raggiunto, soprattutto nelle grandi metropoli, costi eccessivamente alti.
La proroga al 30 settembre, nei limiti già discussi, interesserà solo poche città italiane e sarà concessa solo a quei cittadini che ne faranno richiesta esplicita, tramite la compilazione di un modulo da inviare al giudice di esecuzione.
Fonte: Romaone.it