Il Giappone è un paese che invecchia. Gli scienziati del Sol Levante hanno calcolato che entro due o tre decenni, una fetta cospicua dei suoi abitanti avrà inesorabilmente superato la soglia dei 65 anni. E il problema che si pone è interamente di tipo assistenzialistico. Chi si occuperà infatti di questi pensionati? Chi gli cucinerà , ricorderà loro di prendere le medicine, laverà e accompagnerà a fare una passeggiata? Escludendo i parenti giovani che, statistiche alla mano, diverranno un genere assai scarso, e i lavoratori stranieri, che, a causa della chiusura al limite della xenofobia del Giappone, non sono neppure minimamente considerati, per una possibile soluzione non restano che le macchine.
Ecco spiegato il motivo che da alcuni anni sottende allo sviluppo e alla creazione di umanoidi di ogni sorta. L’obiettivo palesemente dichiarato è il perfetto robotbadante.
ApriAttenda, per esempio, fa parte dei “life support partner” recentemente presentati dalla Toshiba. La particolarità di questo robot è la capacità di accompagnare le persone dopo averle identificate, grazie a dei sensori visivi collegati ad un sistema ad alta velocità di cattura e disamina delle immagini. Una volta identificato l’umano, ApriAttenda è in grado di calcolarne la distanza e il movimento e di distinguerlo se inserito in un gruppo di altre persone. E se proprio non riesce più a trovarlo, semplicemente inizia a chiamarlo per nome.
Fonte: Repubblica.it