Percorrono nel corso della vita, in media, una distanza pari a quattro volte il giro del mondo (circa 190 mila chilometri): sono i nostri piedi, la cui condizione influenza in buona parte il benessere psico-fisico di tutto l’organismo, soprattutto col passare degli anni.
Alla sua seconda edizione in Italia, questo mese di maggio, il mese della “Prevenzione mondiale della salute del piede”, presentato in occasione del XX Congresso dell’Associazione italiana Podologi a Sanremo. Il 24 maggio circa 500 studi saranno aperti per le visite gratuite ai cittadini (gli indirizzi su www.associazionepodologi.it). “Un piede che sta male può essere causa di molti disturbi. Per questo dobbiamo preoccuparci non quando fa già male ma quando sta bene, e imparare a mantenerlo sano”, precisa Mauro Montesi, presidente Aip. Quindi la prevenzione e le sane abitudini devono iniziare da giovani. Basti pensare allo squilibrio posturale del corpo derivante alla lunga da un appoggio errato del piede, spesso a causa di scarpe sbagliate (il 70 per cento di chi ha problemi ai piedi è donna) e all’anziano che non cammina, che va incontro a problemi di depressione, sovrappeso, circolatori. Secondo l’Onu le affezioni agli arti inferiori sono la principale causa di limitazione del movimento negli anziani. “Mantenere la possibilità motoria significa conservare la libertà dell’anziano” ha sottolineato Marco Trabucchi, presidente della Società di Geriatria.
“Il disturbo più diffuso a carico del piede, soprattutto tra i non più giovani, sono le callosità plantari per la struttura ossea che si abbassa, che provocano grande dolore fino all’impossibilità di camminare: sotto la pianta del piede c’è un cuscinetto adiposo, nell’anziano tende a scomparire e con esso la capacità di ammortizzamento col terreno. Al secondo e terzo posto, sempre molto dolorose, alluce valgo e dita a martello”, spiega Montesi. Non camminando ci priviamo della possibilità di migliorare, oltre che il sistema circolatorio, la resistenza polmonare e non ultimo il mantenimento tonico di gambe, pancia e glutei. Sotto accusa anche le tendenze del momento come le scarpe da ginnastica non allacciate per i ragazzi: la scarpa deve adattarsi al piede senza costringerlo, ma la larghezza lo costringe a uno sforzo eccessivo durante l’appoggio nella ricerca di equilibrio, proprio come con i tacchi alti.
“La domanda di benessere rispetto alla salute dei piedi è in continuo aumento”, sottolinea Montesi, “cosàì come l’interesse dei medici specialisti verso di noi”. E ha sottolineato proprio il “ruolo preventivo e riabilitativo insostituibile del podologo” il sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi, “anche nell’evitare gravi conseguenze per la malattia diabetica”, definendo necessaria la maggior presenza del podologo nelle à©quipe specialistiche e nei centri diabetologi. “La creazione dell’Ordine dei podologi, dopo il successo della laurea, darà un colpo decisivo all’abusivismo e più tutela dei cittadini”. L’Aip, ha specificato il presidente, già assicura garanzia sui costi delle visite riguardo ai propri iscritti (35 euro) e ora partirà anche il volontariato in alcune residenze sanitarie assistenziali riservate agli anziani.
“Protocolli d’intesa già esistono con medici di famiglia e geriatri ma manca ancora il coordinamento per rispondere alle esigenze dei pazienti e la cultura della salute del piede nel nostro Servizio sanitari”, conclude Montesi.
L’obiettivo è l’adeguamento ai livelli di Spagna (9000 podologi contro i 1000 italiani e visite podologiche nelle scuole) e Regno Unito (podologi nel Ssn), all’avanguardia in Europa, e la laurea in podoiatria (chirurgia del piede) come negli Stati Uniti.
Fonte: Repubblica Salute