Se c’è un campo nel quale i pregiudizi anti-anziani stanno rapidamente venendo meno è quello degli espianti di organi per le donazioni. Quando si tratta di salvare una vita, meglio non andare per il sottile: numerose ricerche confermano che il fegato, le cornee, i reni di un ultrottantenne risultano spesso altrettanto idonei di quelli di un giovane. Sono quindi sempre più frequenti gli strappi alla regola alle convenzioni internazionali sui trapianti, fortemente vincolanti quando si tratta di utilizzare donazioni provenienti da persone sopra i sessant’anni di età .
Dall’8 maggio è in corso l’ottava edizione delle Giornate nazionali donazione e trapianto di organi, inaugurate nel 1998 dal ministero della Sanità . Anche quest’anno l’obiettivo dell’iniziativa è diffondere la cultura delle donazioni, sensibilizzando opinione pubblica e cittadini sull’importanza di un gesto che per molti pazienti rappresenta l’unica possibilità di salvezza. Secondo molti esperti, gli anziani rappresentano un serbatoio di donatori suscettibile di grande sviluppo, anche perchà© finora largamente sottoutilizzato. La disponibilità individuale non manca: gli over-60 si dimostrano spesso più sensibili e solidali dei giovani.
Lo conferma la Società italiana trapianto organi: è merito dei donatori ultrasessantenni se il nostro Paese negli ultimi 5 anni ha scavalcato la classifica che ci vedeva agli ultimi posti per donazioni tra i Paesi europei. In Emilia-Romagna, ad esempio, rappresentano la fascia di età più cospicua. Ed è una nuova tendenza in crescita in tutto il Paese. Il primato va ad una donna Toscana di Viareggio, che era stata fermamente convinta della donazione degli organi quando era in vita. Dopo la morte a 93 anni il suo volere è stato rispettato e il suo fegato è stato trapiantato in un adulto di 52 che a distanza di un anno conduce una vita normale.
Fonte: TuoQuotidiano.it