Prevenzione itinerante per la valutazione del rischio ictus. àˆ quella programmata a bordo di un Info-tir che percorrerà l’Italia, con una sosta di tre giorni nelle principali città , per offrire ai cittadini la possibilità di monitorare la pressione arteriosa e le condizioni delle arterie carotidee effettuata con un ecocolordoppler. Il progetto Lifeforlife 2005 è successivo allo studio Life 2004 i cui risultati preliminari sono stati presentati durante l’VIII Forum sul “Sistema Renina-Angiotensin” che, presieduto da Massimo Volpe, ordinario di Cardiologia alla Sapienza di Roma, si è tenuto a Capri.
L’indagine epidemiologica ha coinvolto fino a settembre scor 16mila ipertesi. L’analisi dei dati ha rivelato un inefficiente controllo della pressione almeno per il 50 per cento dei pazienti in trattamento che, al momento della misurazione, presentava valori pressori di grado 1 (ipertensione lieve). Per questo gruppo di soggetti, già esposti ad altri fattori di rischio come il fumo (nel 29 per cento), il colesterolo totale (nel 62 per cento), il diabete (nel 22 per cento) e l’ipertrofia ventricolare sinistra (nel 61 per cento), vuol dire avere una probabilità elevata di essere colpiti da ictus ischemico nei 10 anni successivi. L’allarme scaturisce dalle statistiche: con 194.000 casi registrati ogni anno in Italia l’ictus potrebbe diventare la seconda causa di morte.
Promotori della campagna di sensibilizzazione, rivolta a medici e pazienti, sono l’associazione Alice per la lotta all’ictus cerebrale (presieduta da Giuseppe D’Alessandro) e la Sia (Società Italiana per l’Ipertensione Arteriosa) con il contributo organizzativo di Merck Sharp&Dhome e Neopharmed, holding produttrici del Losartan (molecola della famiglia dei cosiddetti antagonisti dell’angiotensina II), il farmaco che, come l’Atenololo, si è dimostrato efficace a ridurre la pressione arteriosa (mentre il Losartan ridurrebbe del 25 per cento il rischio di ictus).
Secondo recenti trials clinici effettuati con farmaci come gli ace inibitori e gli antagonisti dell’angiotensina II, si è visto che questo tipo di trattamento, oltre a ridurre la progressione della malattia ipertensiva e del conseguenete danno d’organo, ha effetti positivi anche sull’avanzamento dell’aterosclerosi e sulle sue conseguenze. “Per il Lifeforlife di quest’anno”, spiega il professor Bruno Trimarco, ordinario di Medicina Interna alla Federico II di Napoli, “è stata adottata una strategia rivolta ai pazienti con il Tir ambulatorio mobile, e un’altra indirizzata ai medici di famiglia da sensibilizzare con un programma educazionale. Per centrare questi obbiettivi oltre 100 relatori sono già in giro da marzo in varie città , per partecipare a riunioni scientifiche”.
Fonte: Repubblica – Salute