In Italia sono circa 7200 i centenari e la loro distribuzione lungo lo Stivale non è omogenea, più donne longeve a Nord, più uomini longevi al Sud. àˆ quanto riferito da Claudio Franceschi, del Dipartimento di Patologia sperimentale dell’Università di Bologna, a margine del convegno sulla terza età di Repubblica in base a dati preliminari di uno studio condotto insieme a Graziella Caselli, del Dipartimento di Scienze Demografiche della Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università La Sapienza di Roma.
Al Nord ci sono sette centenarie per ogni centenario, al Centro il rapporto tra i sessi è di quattro a uno, mentre a Sud diventa di due a uno. Ciò però dipende dal fatto che da Nord a Sud aumenta in assoluto il numero di uomini longevi, ha precisato Franceschi, piuttosto che diminuire quello delle donne. In particolare poi nel nuorese, in Sardegna, il rapporto tra centenari e centenarie è di uno a uno, e quest’insolita frequenza di maschi longevi ha portato ricercatori e demografi a rendersi conto che alla base di tutto c’è la minore suscettibilità dei maschi ad ammalarsi di malattie cardiovascolari.
Il surplus di maschi centenari rispetto alla media, ha dichiarato Franceschi, è solo una condizione che riflette questo vantaggio dei maschi del Sud. E perchà© si ammalerebbero di meno? Difficile pesare il ruolo dello stile di vita e dei geni, ha ammesso Franceschi, ma di certo questi uomini hanno dalla loro un’eredità genetica che li protegge dalle patologie tipiche dell’età adulta.
àˆ possibile che in questi maschi certi geni facciano da scudo o perlomeno pospongano l’insorgenza di malattie. Il loro peso sulla vita di un individuo diventerebbe determinante dopo gli 85 anni, mentre fino a quell’età anche l’ambiente e i comportamenti giocano un ruolo chiave nel determinare come e quanto si invecchia.
Ma è ancora molta la strada da fare per aprirsi ai segreti della longevità , ha concluso Franceschi annunciando il recente avvio del progetto GEAA dell’Unione Europea, che intende reclutare 2800 coppie di fratelli e sorelle ultranovantenni di cui si studierà il Dna alla ricerca dei geni che consentono a questi individui di diventare molto anziani.
Fonte: Yahoo Salute