In questi giorni gli abbonati stanno ricevendo, da parte delle società telefoniche, il modello messo a punto dal Garante per la protezione dei dati personali, per consentire loro di effettuare le proprie scelte e per informarli adeguatamente: in modo particolare riguardo agli scopi degli elenchi (che potranno essere stampati su carta o riprodotti su supporti magnetici, ottici oppure consultabili on line) e alla facoltà di esprimere un consenso “libero, differenziato e revocabile”.
Gli abbonati telefonici, per la prima volta, potranno infatti decidere liberamente, in forma specifica e documentata per iscritto, se apparire negli elenchi, se apparire con il solo cognome o di non essere contraddistinti da un riferimento che riveli il sesso (con la sola iniziale del nome), se omettere in parte il domicilio. Potrà essere inserito il numero di cellulare. Solo chi sceglierà di ricevere informazioni commerciali o promozionali vedrà segnalato l’indirizzo o il numero telefonico con uno speciale simbolo. Non si potranno più utilizzare gli elenchi per sommergere di messaggi pubblicitari chi non lo ha richiesto. Negli elenchi potranno comunque essere inseriti, sempre su libera scelta dell’abbonato, altri dati riguardanti la professione, il titolo di studio, l’indirizzo e-mail etc.
Per aiutare gli abbonati nella corretta compilazione del modello inviato dalle società telefoniche e per assicurare la necessaria chiarezza sui nuovi diritti che la disciplina sulla privacy riconosce loro, il Garante per la protezione dei dati personali ha promosso una campagna informativa, realizzando in particolare un depliant divulgativo.
Il depliant viene messo a disposizione dei gestori telefonici in modo tale da essere distribuito nei punti vendita, messo online o inviato agli abbonati insieme al modello da compilare. Le società telefoniche dovranno, comunque, prevedere l’attivazione di un recapito telefonico, un indirizzo, un numero di telefax, un indirizzo di posta elettronica, al quale gli interessati possano rivolgersi per ottenere informazioni.
Fonte: Garante per la protezione dei dati personali