La vita media non solo si allunga ed e’ fra le maggiori al mondo, ma migliora: aumenta cioe’ la speranza di trascorrere gli anni dopo i 75 in buone condizioni e senza disabilita’. Si confermano le differenze fra Regioni, in particolare fra il Nord e il Sud, ma la promozione di corretti stili di vita, la responsabilizzazione dei cittadini e la crescente qualita’ dei servizi sanitari contribuiscono alla buona salute dell’Italia. E’ il quadro tracciato dal Rapporto ‘Osservasalute 2004′, l’analisi dello stato di salute e della qualita’ dell’assistenza sanitaria regione per regione, condotta dall’Osservatorio nazionale sulla salute coordinato da Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di igiene dell’universita’ Cattolica di Roma, e da Pietro Folino-Gallo, segretario scientifico dell’Osservatorio.
Il Rapporto, frutto del lavoro di oltre 100 ricercatori in tutta la penisola e pubblicato da Vita Pensiero, e’ stato presentato questa mattina alla Cattolica. Tra il 1951 e il 2002 sono 12,9 gli anni di vita guadagnati per gli uomini e 15,4 per le donne. L’allungamento della vita media ha riguardato tutte le regioni, con picchi notevoli in Puglia (+14,8 e +17,7). Questa la fotografia scattata dal Rapporto Osservasalute in base al confronto tra il ’91 e il 2001: saldo delle nascite negativo, invecchiamento della popolazione, con un aumento degli ‘over 65′ del 3,4% (10,7 milioni di anziani) e ancora piu’ marcato per gli ‘over 75′, che sono ormai l’8,4% degli italiani.
Crescono le famiglie costituite da una sola persona (+34,2%) e gli immigrati (+27,5%, il 2,3% della popolazione). Notevoli passi avanti sono stati compiuti contro le principali malattie killer degli italiani. Dal ’91 al 2002 la mortalita’ per patologie del sistema circolatorio e’ scesa da 42,96 a 29,57 e per il cancro da 26,84 a 23,86. Azzerata la mortalita’ per malattie infettive. Per i tumori l’incidenza e’ aumentata dell’1,1% negli uomini e del 1,5% nelle donne, ma di pari passo i decessi sono diminuiti rispettivamente del 2,4% e del 1,2%. Merito, come per le malattie cardiovascolari, delle campagne informative e dei programmi di screening combinati con un uso piu’ efficace delle terapie disponibili. Veneto e Lombardia sono prime per riduzione di mortalita’ per cancro, soprattutto nei maschi. In Lombardia, Umbria, Abruzzo e Basilicata si e’ registrato il piu’ consistente calo dei decessi per tumore della mammella. Dal ’99 al 2001 per cancro del polmone muoiono meno uomini e piu’ donne in tutte le regioni, tranne Friuli Venezia Giulia. Quest’ultima vanta, insieme a Veneto, Trento e Bolzano, la piu’ bassa mortalita’ infantile. Sempre il Friuli e’ primo per minor numero di cesarei e aborti volontari e registra un diminuizione di quelli spontanei. I principali killer degli italiani sono gli incidenti stradali per i giovani dai 10 ai 34 anni, il tumore della mammella per le donne dai 35 ai 69, le malattie cardiovascolari e il cancro del polmone per gli uomini ‘over 40′. ”Anche nelle regioni piu’ svantaggiate, il nostro Paese – commenta Ricciardi – vanta un’aspettativa di vita maggiore a quella di molti Paesi sviluppati, inclusi gli Stati Uniti”. Gli italiani forse non ne sono del tutto consapevoli, ”ma dal Rapporto Osservasalute 2004 – sottolinea – emerge che la qualita’ dell’assistenza ospedaliera, valutata sulla base di alcuni degli indicatori americani dell’Agency for Healthcare Research and Quality, si pone su un livello paragonabile, se non superiore, a quello degli ospedali americani”. A preoccupare gli esperti, pero’, e’ la possibilita’ che le ”Regioni si muovano verso politiche di programmazione non coerenti e profondamente scollegate tra loro”.
Fonte: Adnkronos Salute