Che sia cane, gatto, coniglio o uccellino, spesso la sua presenza, accanto a un bimbo o a un anziano, vale tantissimo. In una parola, pet-therapy: gli animali cosiddetti “d´affezione”, componenti essenziali di un rapporto equilibrato tra l´uomo e l´ambiente, sanno essere a tutti gli effetti “curativi”, per l´incredibile modalità che hanno di comunicare in modo privilegiato con il paziente. Se ne è parlato il 3 dicembre, in occasione del convegno “Arricchire il lavoro di cura: le esperienze di nuove attività tra valore terapeutico e benessere delle persone”, promosso dalla Regione Emilia-Romagna, assessorato alle Politiche sociali.
Si è parlato di terapie assistite dagli animali, ma anche di arteterapia, ergoterapia, velaterapia, musicoterapia e terapie psicocorporee, ovvero delle pratiche “non convenzionali”. Oltre ad un confronto sulle diverse esperienze, si è parlato anche dei progetti di legge sulle terapie assistite dagli animali e dei problemi etici legati al loro utilizzo in attività terapeutiche.
Negli ultimi anni c´è stata una diffusione a macchia d´olio di attività che, attraverso un approccio olistico ed “ecologico”, mirano al benessere globale dell´uomo, al di là dell´età , di ogni patologia e condizione. L’ Emilia-Romagna, dal canto proprio, vanta numerose esperienze significative: dalla delfinoterapia per bambini autistici praticata nel Delfinario di Rimini (caso unico in Italia) alla pet-therapy con l´utilizzo di cani nell´Ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Reggio Emilia, con persone in condizione di isolamento forzato dalla società civile. A Modena e a Piacenza, invece, la terapia con gli amici animali ha portato una ventata d´allegria negli anziani ospiti di case protette, con risultati positivi a livello relazionale e miglioramenti delle capacità motorie, della memoria e dei disturbi del comportamento.
Il forte interesse della Regione per queste attività , che coinvolgono contesti diversi (sociale, medico e riabilitativo), ha nel convegno di domani un primo momento di riflessione e confronto. L´obiettivo è di analizzare contenuti ed esperienze in modo tale che non rimangano al di fuori di una programmazione regionale, ma possano essere “tradotti” nella definizione dei Piani di zona per il triennio 2005-2007.
Fonte: Emilia Romagna Sociale