Saturday, November 23, 2024

Roma – Oggi in Italia gli anziani, che formano il più importante gruppo di utenti dei servizi medici e sociali, rappresentano oltre il 75% dei disabili totali. Gli ultra sessantacinquenni nel 1950 ammontavano a poco meno di 6 milioni, nel 1990 sono raddoppiati e secondo le stime delle Nazioni Unite nel 2020 dovrebbero raggiungere la considerevole cifra di 16 milioni, pari al 29-30% della popolazione totale. Sono stati questi gli argomenti trattati al convegno sugli aspetti generali e le problematiche del paziente geriatrico, organizzato dall’INI, Istituto Neurotraumatologico Italiano, svoltosi recentemente a Tivoli (Roma).

Gli anziani – si legge in una nota – in questi ultimi anni hanno acquisito una maggiore coscienza di se stessi, una maggiore autostima con la possibilità  di cambiare in modo positivo le abitudini di vita: prestano più attenzione alla cura del proprio corpo, all’alimentazione, al movimento, al tentativo di uscire dall’isolamento. Nonostante queste considerazioni gli anziani ancora oggi rappresentano una categoria debole e bisognosa di assistenza, molti vivono da soli e in condizioni economiche non ottimali e molto spesso in condizioni di malattia.

Evidente è la necessità  di molteplici interventi a favore degli anziani, in particolare la creazione delle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), strutture destinate all’assistenza “a lungo termine” dell’anziano, dei malati cronici, dei disabili.
Una recente indagine effettuata su di un campione di 800 anziani ha evidenziato che oltre il 66% degli intervistati considera la salute il problema più grave connesso all’età , una “preferenza” 3 volte superiore alla motivazione “solitudine” e 10 volte superiore alla motivazione “poco denaro”. Oltre l’86% afferma, inoltre, di voler vivere dignitosamente in un ambiente dove non sentirsi abbandonato, dove poter incontrarsi con gli altri, dove sentirsi protetto. Le RSA, che certamente non potranno mai sostituire la casa quale ambiente protetto, rappresenterebbero però una grossa ancora di salvezza per molti anziani.

E proprio perchà© rappresentano spesso una risorsa importante si dovrà  creare nelle RSA un habitat il più idoneo possibile ed un ambiente dignitoso e gradevole che possa influire positivamente sulla qualità  di vita dell’ospite. La RSA dovrà  inserirsi nel tessuto socio ambientale di riferimento dell’ospite, per mantenere quel cordone ombelicale che lo lega ancora all’ambiente esterno, motivo indispensabile per evitare lo spettro della solitudine, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Fonte: Salute Europa