Una torta in cambio di un massaggio shatzu, una potata alle piante del giardino in cambio di una coda alla posta. Oppure il rammendo di un vestito per ripagare chi ti ha portato a spasso il cane. Sono questi alcuni degli scambi resi possibili dalle banche del tempo, un fenomeno in espansione anche nella nostra provincia, dove sono già quattro le sedi operative a Parma, Sala Baganza e Collecchio, alle quali si aggiungeranno presto altre due banche, a Fidenza e Sorbolo.
“La Provincia Â- spiega l’assessore al coordinamento dei servizi sociali Tiziana Mozzoni – ha investito per la promozione e il coordinamento delle esperienze di banca del tempo presenti sul territorio e di quelle in via di formazione, anche attraverso l’attivazione di un punto informativo telefonico e la distribuzione di materiale. L’obiettivo principale è favorire la partecipazione attiva dei cittadini e, soprattutto, il consolidarsi di nuovi rapporti di solidarietà all’interno delle città e delle comunità locali”.
Chi si iscrive ad una Banca del tempo può offrire qualche ora per svolgere a favore di altri iscritti vari servizi, in base alle proprie capacità . In cambio potrà usufruire di altri servizi, per un pari numero di ore, resi disponibili anche da iscritti diversi rispetto a quelli per cui ha realizzato le proprie prestazioni.
Le quattro Banche del tempo attive a Parma sono quella gestita dalla UIL e quella dell’Oltretorrente, dedicata in particolare agli immigrati, in città e quelle di Sala Baganza, attiva soprattutto per gli anziani, e di Collecchio, aperta solo nel maggio scorso. Ciascuna di queste può contare, in media, su una quarantina di iscritti. Sulla rampa di lancio ci sono poi altri due istituti: a Fidenza, già attiva in modo informale presso una bottega della solidarietà , e a Sorbolo, formalmente costituita ma non ancora avviata.
Per favorire un ulteriore sviluppo delle attività la Regione ha stanziato quest’anno un contributo di 864 euro per ogni Comune sede di una Banca del tempo. “A Parma  – spiega l’assessore Mozzoni Âabbiamo deciso di utilizzare queste risorse attraverso laboratori sul territorio, per permettere un confronto ampio, una diffusione delle buone pratiche sviluppate nelle diverse realtà e una progettazione concreta di soluzioni in grado di colmare bisogni e lacune che si dovessero evidenziare”.
Fonte: Provincia di Parma