Saturday, November 23, 2024

A oggi è l’unico Progetto in Europa sulle cellule staminali utilizzate per sperimentare nuovi metodi di cura per l’infarto del miocardio, finanziato dall’Unione europea. Costo, 1 milione 950 euro. Quattro i paesi coinvolti: Germania, Polonia, Olanda, Italia che aderisce alla ricerca clinica e di base con il maggior numero di centri a Milano, Roma e Monterotondo. L’obiettivo è duplice: sviluppare le potenzialità  racchiuse nelle cellule staminali come possibile intervento terapeutico nell’infarto cardiaco e capire i meccanismi biomolecolari che possono indurre la staminale, cellula indifferenziata, a trasformarsi in cellula muscolare cardiaca.

“I pazienti reclutati saranno all’incirca 40″, ha detto alla presentazione del progetto iniziato da poche settimane, Maurizio C. Capogrossi, direttore del laboratorio di patologia vascolare dell’Ircss-Idi di Roma, “tutti con evidenza di ischemia e chiusura di un’arteria coronaria”. Saranno impiegate sia le staminali ematopoietiche sia quelle mesenchimali, entrambe del midollo osseo, per valutare alla fine dello studio che proseguirà  per tre anni, gli effetti delle une e delle altre. Le cellule prelevate da ogni paziente per evitare eventuali fenomeni di rigetto, dopo trattamento vengono reinoculate nel muscolo cardiaco o durante l’intervento di by-pass o reintrodotte per via coronarica attraverso un cateterismo cardiaco o dall’esterno attraverso il muscolo diaframma. “La parte più stimolante dello studio è quella della ricerca di base”, ha commentato Capogrossi, “questa ci permetterà  di capire perchà© le staminali diventano cardiomiociti e se sono in grado, una volta trasformate, di comportarsi come cellule cardiache”. Infine i ricercatori grazie a studi di genomica avanzata andranno a caccia dei geni capaci di promuovere la differenziazione da cellula staminale a cardiomiocita.

Intanto, dopo i miglioramenti sulla funzione cardiaca in pazienti infartuati e operati ottenuti con cellule staminali a sei mesi dalla loro iniezione nelle coronarie (Lancet, università  di Friburgo), i ricercatori già  pensano al possibile utilizzo della riserva di staminali presente nel cuore di ognuno. Un italiano, Piero Anversa, ha già  iniziato la sperimentazione sugli animali.

Fonte: La Repubblica