La popolazione residente in Italia, nell’ultimo decennio, tra il 1991 e il 2001, è rimasta sostanzialmente stabile: nel 2001 – secondo quanto rende noto l’Istat, che ieri ha diffuso alcuni approfondimenti dei dati del censimento 2001 riguardanti la struttura demografica e familiare nei comuni con oltre 250 mila abitanti – era pari a 56.995.744, con un incremento di 217.713 unità rispetto al 1991. Il 16% della popolazione risiede nei comuni di maggiore ampiezza demografica. In quasi tutti i grandi comuni si è registrato un decremento della popolazione, compensato dagli incrementi demografici rilevati nei comuni di corona intorno alle città .
Torino, Genova e Firenze hanno registrato decrementi superiori al 10%, Messina è l’unica città in cui si è avuto un incremento di popolazione pari all’8,8%. L’Istat analizza anche il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione tra il 1991 e il 2001 che, spiega l’Istituto di statistica, interessa l’Italia nel suo complesso ma mostra un quadro di variazione piuttosto ampio. I comuni con il maggior numero di anziani sono quelli del nord: a Bologna (26,6%), Firenze (25.6%) e Genova (25,6%) si rilevano le più elevate percentuali di persone di 65 anni e più. A Palermo (14,7%) e Napoli (15,6%) si riscontrano le più basse percentuali di anziani. Nel rapporto tra la popolazione con 65 anni e più e quella con meno di 15 anni, l’indice di vecchiaia presenta una forte variabilità , passando dal valore massimo (281,9) registrato nel comune di Bologna a quello minimo (84,1) nel comune di Palermo.
Il confronto tra il numero degli anziani e quello dei bambini sotto i sei anni (anziani per un bambino) illustra ancor più chiaramente lo squilibrio che caratterizza la piramide delle età , soprattutto in alcuni dei comuni di maggiore dimensione demografica. A Genova e Bologna gli anziani per un bambino sono più di 6, mentre sono 2,4 a Palermo e Napoli. Nei comuni delle «corone» la popolazione è solitamente meno anziana dei rispettivi comuni capoluogo. Infine, la composizione familiare: tra il 1991 e il 2001 il numero delle famiglie in Italia, dice sempre l’Istat, è aumentato da 19.909.003 a 21.810.676, mentre è diminuito il numero medio dei componenti: da 2,8 nel ’91 a 2,6 nel 2001.
Per l’insieme dei comuni di maggiore dimensione, il numero delle famiglie è pari a 17,2% del totale. Il numero medio di componenti per l’insieme dei grandi comuni, pari a 2,4, è inferiore alla media nazionale. Anche in questo caso si rileva una forte variabilità geografica: il numero medio di componenti per famiglia supera di poco i 2 componenti per famiglia a Milano (2,1) e a Bologna (2,1) mentre è pari a 3 a Napoli ed è generalmente maggiore nei comuni delle corone. Le percentuali delle persone che vivono da sole sono elevate nei comuni del nord come Milano (36,4%), Bologna (34,5%) e Torino (33,9%) e sono spesso maggiori nei comuni capoluogo che in quelli confinanti. Le percentuali di famiglie numerose, con 6 o più componenti, sono maggiormente elevate nei grandi comuni del sud come Napoli (4,3%), Palermo (3,2%) e Catania (2,7%) ed in molti casi sono più elevate nei comuni di corona che nei grandi comuni. I nuclei familiari, ossia l’insieme delle persone che formano una relazione di coppia o di tipo genitore-figlio, sono pari al 15,8% del totale nazionale. Le coppie con figli nei grandi comuni sono in percentuale massima in quelli del sud come Palermo (63,7%), Napoli (61,2%) e Bari (61,1%) mentre a Bologna sono il 41,7%, poco più delle coppie senza figli (41,4%). Tra i grandi comuni la percentuale minima di coppie senza figli si rileva a Napoli (20,4%); dove invece si riscontra la percentuale più elevata di madri sole con figli (15,2%). Il peso percentuale delle coppie con figli è, in linea di massima, maggiore nei comuni delle corone rispetto ai comuni capoluogo.
Fonte: Gazzetta del sud