“Vecchi da buttare?”, è il titolo provocatorio del convegno sugli anziani che si è tenuto a metà giugno presso la Fondazione Carige, promosso dall’associazione di volontari Auser Liguria e l’Associazione ligure dei giornalisti.
Il coinvolgimento degli operatori dell’informazione è maturato sull’emotività della cronaca, focalizzata l’estate scorsa sui casi di decesso di anziani per il caldo.
Quelle tragiche circostanze hanno rimosso, sia pure temporaneamente, l’indifferenza della società nei confronti della terza età considerata ‘un peso’ in un contesto sociale che ha marginalizzato il ruolo della famiglia e dunque degli anziani. La lettura del disagio di fasce sempre più numerose di rappresentanti della terza età emerge dalla campionatura di contatti (1329 telefonate) che i volontari del Filo d’Argento hanno attivato nelle province di Genova e La Spezia nel 2003. Il 73% sono anziani (38% di età compresa fra 75 e 84 anni, 31% tra 65 e 74 anni; 22% over 85) che si sono rivolti direttamente al numero verde. Le richieste di aiuto più diffuse hanno riguardato la difficoltà di gestione autonoma, non autosufficienza, solitudine, problemi sanitari….
Da qui il progetto di AUSER di una rilettura della terza età che non deve essere emarginata ma aiutata a vivere meglio con un occhio di riguardo agli aspetti legati alla sfera della relazionalità piuttosto che ai cosiddetti bisogni materialistici. Da qui una rivalutazione del vivere domiciliare inteso come luogo dove l’anziano continua la sua vita anche nei casi di patologie croniche. L’importante e necessario presupposto è comunque che le abitazioni siano adeguate all’esigenza di maggiore autonomia possibile dell’anziano. Su questo c’è molto da lavorare, sia sul versante dell’informazione degli anziani che della formazione di chi li assiste.
Fonte: Città di Genova