Saturday, November 23, 2024

Il rapporto annuale dell’Istat, che fa il punto sulla situazione del Paese aggiornata al 2003, conferma la fase di stagnazione dell’economia italiana, che è cominciata nella seconda metà  del 2001 e proseguita anche lo scorso anno.

Squilibri territoriale – Contestualmente al ristagno ed alla caduta competitiva, l’Italia è contraddistinta appunto da forti squilibri territoriali. Fra i 15 Paesi dell’Unione Europea – avverte l’Istat – l’Italia registra del resto i maggiori divari interni di reddito pro capite, con ben 17,5 milioni di persone che vivono in aree con un prodotto interno lordo per abitante inferiore al 75% della media nazionale. In questo scenario, il mercato del lavoro peraltro ha dato fino ad oggi segnali confortanti, in quanto proprio nel 2003 si è registrato un risultato positivo, +1% in media annua, per l’ottavo anno di fila. Ma anche a questo riguardo – fa notare l’istituto nazionale di statistica – a partire dallo scorso luglio si è verificata una battuta d’arresto e solo a gennaio 2004 è stato riscontrato «un nuovo, debole aumento congiunturale».

Anziani – àˆ uno dei nodi affrontati dal Rapporto annuale Istat, che – osservando le trasformazioni del sistema di welfare italiano – analizza anche i maggiori, diversi e nuovi bisogni sono espressi dagli anziani, che ormai rappresentano circa il 20% della popolazione, e dagli immigrati, che aumentano a un ritmo molto elevato. E l’aumento della spesa per interventi socioassistenziali procede di pari passo con una forte crescita del volontariato rivolto all’assistenza dei malati, delle famiglie povere e dei minori.

Sanità  – In dieci anni evidenzia l’Istat, la spesa sanitaria a carico delle famiglie è più che raddoppiata passando da 10 a 22 miliardi. Per l’istituto di statistica nello stesso tempo si sottolinea la «privatizzazione del sistema, dal lato dell’erogazione dei servizi e da quello della spesa sostenuta». Il rapporto registra poi un altro cambiamento in atto: meno ospedali e più medicina del territorio. Ma fra le regioni c’è una diversa velocità  di adeguamento.

La spesa delle famiglie – La spesa delle famiglie continua a crescere, molto di più di quanto cresce la spesa pubblica che in dieci anni (dal 1991 al 2001) è passata da 47 a 74 miliardi di euro. Le famiglie italiane invece hanno pagato di tasca propria 10 miliardi di euro nel 1991, e ben 22 nel 2001. La spesa privata più alta si riscontra fra le regioni del nord.