L’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma ha adottato, nell’ Unità operativa di chirurgia vertebrale, una nuova tecnica che utilizza un palloncino per contrastare questo problema. Con tale tecnica si può ridurre e stabilizzare in modo controllato la frattura ma anche prevenirne l’ insorgenza, alleviare il dolore e correggere, se possibile, le deformità della colonna vertebrale.
Questa tecnica prende il nome di cifoplastica e prevede l’ introduzione di un palloncino per via percutanea che, una volta gonfiato, è in grado di “risollevare la vertebra fratturata restituendole la morfologia originale”. Stefano Astolfi, direttore dell’unità operativa di Chirurgia Vertebrale dell’ ospedale, ci spiega che si procede, poi, “con l’inserimento di un cemento che può anche essere osseo, biologico, totalmente riassorbibile.”
La cifoplastica con palloncino è un intervento chirurgico mininvasivo che può essere eseguito sia in anestesia locale sia in anestesia generale. I vantaggi di tale intervento chirurgico sono notevoli in quanto al paziente viene restituita davvero rapidamente la mobilità così come immediatamente viene risollevato dal dolore. Tali vantaggi si ripercuotono anche sui risparmi economico-sociali in quanto si evitano i costi di ospedalizzazione, riabilitazione e cura farmacologica del dolor
La cifoplastica è un intervento che ormai viene eseguito di routine dall’ equipe chirurgica ortopedica del dottor Astolfi che ormai conta oltre 580 procedure eseguite su 350 pazienti affetti da crolli singoli o multipli del tratto dorsale e lombare della colonna vertebrale. Mentre nel mondo sono state trattate con la tecnica della cifoplastica con palloncino più di 600 mila fratture su oltre 450 mila pazienti.
“La cifoplastica con palloncino, sostiene il dottor Astolfi, è diventata la tecnica d’elezione per le fratture da compressione, grazie agli alti benefici che si ottengono a fronte di un basso rischio chirurgico in mani esperte, ovvero risoluzione immediata del dolore, recupero in tempi brevi della mobilità ed eliminazione del busto, poco tollerato in genere dai pazienti anziani”.
Fonte: http://www.newnotizie.it