Caro affitti, patto giovani-anziani. «Prendi in casa uno studente», in aumento le richieste.
Squadra che vince non si cambia. E cioè un anziano solo, con una stanza da letto libera e tanta voglia di compagnia, e uno studente universitario senza alloggio, disponibile a dare una mano in casa e 250 euro di affitto al mese. È la formula di «Prendi in casa uno studente», l’iniziativa nata sei anni fa da un’idea dell’associazione MeglioMilano e che a oggi ha totalizzato oltre tremila contatti tra due generazioni. Un nuovo modo di convivenza, che risponde alla fame di abitazioni da parte degli universitari fuori sede. E che inizia ad attrarre anche altre categorie: ricercatori, iscritti a master, dottorandi.
Le loro richieste sono salite al 20 per cento del totale. I volti dell’accoglienza: Giancarla, Anna, Gabriella. Donne che grazie ai loro giovani coinquilini hanno ritrovato una nuova energia. Come Gabriella Vecellio, settantenne, che —grazie al suo grande appartamento — ospita due ragazzi per volta. «Quando non ci sono loro sento il vuoto attorno a me. Certo che se pulissero un po’ di più la loro stanza…». Storie di convivenza (al momento a Milano ci sono 150 «coppie») e di rispetto, di dialogo tra generazioni e popoli (Fabian Martinez, studente messicano di teologia). Con un pizzico di convenienza reciproca. «Il problema dell’alloggio — commenta Simonpaolo Buongiardino, presidente di MeglioMilano—è molto sentito dalle fasce più giovani. L’esperienza della coabitazione è una valida soluzione con un contenuto sociale rilevante». Soprattutto in una città come Milano in cui gli universitari non residenti raggiungono quota 80 mila (sono circa il 45 per cento della popolazione studentesca, in tutto 190 mila persone) e il caro-affitti costringe i giovani a coabitazioni «affollate».
Milano poco accogliente? Ci pensano gli anziani (età media degli ospitanti: 72 anni, in discesa rispetto al 2005). Anche quando si tratta non solo di studenti, ma di giovani precari. Insegnanti, stagisti non retribuiti, praticanti, infermieri. Sono prevalentemente trentenni, laureati e con contratti a progetto. E cercano disperatamente casa. Come Giulia Guasco, 25 anni, biellese, che da studentessa di Lettere ha vissuto per quattro anni e mezzo con un’anziana e ora, iscritta a un master in Editoria, ha trovato un’altra sistemazione e un’altra coinquilina agée. Senza nessuna nostalgia per la vita un po’ bohémienne dei coetanei: «Se voglio divertimi esco. Ma se devo studiare, devo essere sola e concentrata». Cinquecento abbinamenti proposti, 310 coppie conviventi, età media dell’ospitato: 22 anni. Ecco i numeri di «Prendi in casa uno studente» (per informazioni telefonare allo 02 76020589), l’iniziativa che per il futuro vorrebbe estendere la sua offerta a nuove categorie di «utenti» (come le mamme single). «Anche se è un momento non facile e dovremo rinunciare al finanziamento della Provincia di Milano—spiega Ellida Massone, responsabile del progetto — andremo avanti. La nostra città non può privarsi dei suoi talenti».
Fonte: Corriere della Sera