Si festeggiava ieri al parco Solari. Per Anna Vatamaniyk, 45 anni, ucraina, il permesso di soggiorno è in vista. Dopo sei anni passati in clandestinità, aspettando la sanatoria, finalmente è arrivata la lettera di convocazione in prefettura per firmare il contratto di soggiorno, dopo che il datore di lavoro di Anna, ha presentato la richiesta di “emersione dal lavoro nero” nel settembre scorso. Anna assiste a tempo pieno da quattro anni la signora Pina, 89 anni, e solo adesso col contratto di lavoro registrato e i contributi versati, potrà finalmente di vivere alla luce del sole, e vedere i suoi figli, che ha lasciato in Ucraina, quando erano ancora piccoli, senza potere andare a trovarli, per non essere fermata alla frontiera.
Anna è una delle 44mila tra badanti e colf che – solo a Milano – hanno partecipato all’ultima sanatoria, voluta dal ministro degli Interni Roberto Maroni. E come lei altre 11.700 assistenti familiari, colf e badanti sono già state convocate in prefettura entro il 22 luglio. Altre 20mila sono già passate per gli uffici di corso Monforte nei mesi scorsi. E per la fine del mese, complessivamente saranno circa 40mila le pratiche avviate, con la verifica dei presupposti in Questura e la convocazione dei datori di lavoro con i cittadini stranieri che si mettono in regola. Passati dieci mesi dall’avvio, la sanatoria si potrà quindi ritenere ragionevolmente esaurita: un lasso di tempo da record, pensando ai due anni circa di attesa per ottenere il permesso di soggiorno attraverso il normale decreto flussi.
Per le badanti, grazie all’arrivo di impiegati interinali alla prefettura, il 90 per cento del lavoro è fatto. A partire da febbraio – quando le pratiche esaminate erano solo il 10 per cento – lo Sportello unico per l’immigrazione diretto dal dottor Antonio Quarto ha smaltito il grosso dei fascicoli. Oltre 4mila pratiche, cioè il 10 per cento del totale, sono state chiuse per inammissibilità o per mancanza dei requisiti da parte del lavoratore. Ci sono stati molti casi di cittadini milanesi convocati in prefettura per regolarizzare persone di cui non sapevano niente. Molte sono state, infatti, le truffe organizzate ai danni degli immigrati che hanno pagato migliaia di euro ad agenzie fantasma per avviare una regolarizzazione che non avverrà mai. Oltre 1500 sono state le domande respinte per irregolarità o per superamento dei limiti di legge, come nel caso di un datore di lavoro che chieda l’assunzione di più di due badanti. Circa 8mila pratiche sono state inviate due volte alla Questura per approfondimenti legati ad errori anagrafici.
In prefettura tirano un respiro di sollievo: a settembre resteranno da vedere solo le pratiche delle famiglie che hanno chiesto il rinvio dell’appuntamento a causa delle ferie estive o per produrre la documentazione che mancava alla prima convocazione.
Fonte: Corriere.t