Una città grande (quasi) quanto Lodi dove gli anziani si contano sulle dita di due mani. Le Filippine di Milano non sono un paese per vecchi. Trentaduemila residenti e solo sette over 80. Stessa composizione anagrafica, anno più anno meno, per gli egiziani sotto la Madonnina. I quali, in città, sono quasi ventiseimila. Nella seconda comunità etnica della città, gli anziani, gli over 80, rappresentano lo 0,02% della popolazione: sei.
Ritratto generazionale della Milano degli «altri», dei 199.934 immigrati regolari e quindi regolarmente iscritti agli uffici dell’anagrafe. Scorrendo la classifica si scopre che appena un po’ più «maturi» sono i cinesi: gli anziani della Repubblica Popolare che hanno scelto Milano come buen retiro per godersi gli anni della pensione sono ventisei. L’immigrazione asiatica, d’altra parte, è la più antica e consolidata della città. Il dato anagrafico appena un po’ più alto rispetto ad egiziani e filippini si spiega con la permanenza di una generazione d’immigrati arrivata a Milano decenni fa.
All’opposto, in cima alla classifica delle comunità più attempate, ci sono gli svizzeri. Ottocentoquaranta elvetici residenti in città e 112 ultraottantenni. Il 15% della popolazione, in pratica. Un tasso d’anzianità perfino più alto di quello dei milanesi «veri». La Lombardia è una delle regioni più vecchie d’Europa. E a Milano città va pure peggio. Gli ultimi calcoli raccontano di una popolazione over 65 che è ormai il 25 per cento del totale. Venticinque anni fa, per dire, eravamo al 15.
Fonte: http://milano.corriere.it