Saturday, November 23, 2024

Un nuovo strumento individuare i soggetti ultrasessantacinquenni a maggior rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer è desritto sull’ultimo numero della rivista “Neurology”, organo dell’American Academy of Neurology.

“Questo nuovo indice potrebbe essere molto importante sia per la ricerca sia per le persone a rischio di sviluppare la patologia e per le loro famiglie”, ha commentato Deborah E. Barnes, ricercatrice dell’ Università della California a San Francisco e membro del San Francisco Veterans Affairs Medical Center.

In definitiva, si tratta di un indice del rischio che si articola su una scala di 15 punti. Le persone che ottengono 8 o più punti sono ad alto rischio di sviluppare demenza nei successivi sei anni. Molti degli item sulla scala sono ben noti fattori di rischio per la malattia di Alzheimer, come l’età avanzata, bassi punteggi ottenuti nei test che misurano le competenze cognitive e un profilo genetico che predispone alla malattia.

Altri fattori, per contro, sono più sorprendenti: soggetti sottopeso, che non bevono alcol, che hanno subito interventi chirurgici di bypass coronarico, e ottengono bassi punteggi nei test fisici come abbottonarsi una camicia, sono ritenuti infatti a maggior rischio di sviluppare demenza rispetto a soggetti che non hanno questi fattori di rischio.

Per sviluppare l’indice, i ricercatori del Cardiovascular Health Study hanno esaminato 3375 persone di età media pari a a 76 anni senza segni evidenti di demenza che sono state seguite per sei anni. Durante questo periodo, 480 soggetti – pari al 14 per cento del totale – hanno poi sviluppato demenza. Complessivamente, il 56 per cento di coloro che avevano totalizzato alti punteggi sull’indice ha poi sviluppato demenza, contro il 23 per cento di quelli con punteggi moderati e il 4 per cento di quelli che avevano ottenuto punteggi bassi. L’indice ha classificato in modo corretto l’88 per cento dei partecipanti.

Articolo tratto da http://lescienze.espresso.repubblica.it