Saturday, November 23, 2024

È quanto sostiene il dossier Inran 2008 (“Il Diritto all’Alimentazione a Tutela delle Fasce più deboli della Popolazione”), riferendosi a un’indagine condotta dalla società di ricerche Format nel 2007. In altre parole la povertà è stata “assaggiata” da molte più famiglie rispetto all’11,1 per cento indicate come povere dall’Istat nel 2007. Dati che riflettono l’aumento dei prezzi per i generi alimentari e la perdita di potere d’acquisto degli italiani, che prosegue anche nel 2008.

I consumi alimentari rappresentano circa un quinto della spesa complessiva: la famiglia media italiana spende per cibo e bevande 470 euro al mese, circa 5.600 euro all’anno. Nei primi mesi di quest’anno, secondo l’Istat, la spesa alimentare è rincarata di circa il 5 per cento: la conseguenza è che tra gennaio e giugno 2008 la famiglia media italiana ha speso circa 165 euro in più per mangiare. E secondo il rapporto i rincari continueranno a farsi sentire: alla fine del 2008 l’aggravio per la famiglia media sarà di 332 euro all’anno. A risentire dei rincari sono soprattutto le famiglie numerose (quelle con tre o più figli), che spenderanno 476 euro in più e vedranno diminuire il proprio potere d’acquisto dell’1,7 per cento. Ma se queste famiglie rappresentano solo il 4 per cento della popolazione, va ricordato che gli aumenti sono consistenti anche per le famiglie con uno o due figli (il 35 % del totale), per le coppie di anziani (l’11%) e per i single fra i 35 e i 64 anni (anch’essi all’11%). Le famiglie “moderne” (uno o due figli) spenderanno 409 euro in più all’anno, gli anziani 325 euro e i single 270 euro.

A cosa è dovuta la maggiore spesa? Secondo il rapporto i rincari più alti riguardano le voci “pane e cereali” (+10%), “latte, formaggi e uova” (+8%) e “frutta” (+6%). L’aumento delle prime due categorie sembra pesare particolarmente, visto che pane e latte sono fra i generi alimentari per cui gli italiani spendono di più. Secondo il Rapporto Coop 2008, metà della spesa dell’italiano medio è assorbita da pane e cereali (14%), latte, formaggi e uova (14%) e carne (23%). Dal rapporto Inran emerge inoltre rafforzata l’immagine di un’Italia a doppia velocità in fatto di consumi. Nei primi mesi del 2008, infatti, le vendite alimentari hanno viaggiato meglio al Nord rispetto al Centro e al Sud Italia.

Fonte: www.galileonet.it