Saturday, November 23, 2024

La città  pensa ai suoi nonni, che sono tanti. Studia come “agganciarli”, preparando quella rete necessaria per superare la diffidenza tipica della terza età  ed individuare “la mappa del rischio” alla quale attingere in caso di emergenze legate a fattori climatici o comunque socialmente rilevanti.
Nasce l’idea dell’“anagrafe della fragilità ”, studiando una popolazione di 40mila nonni con particolare riguardo agli ultrassettantacinquenni che solo a Brescia città  sono 19.500. Molti di essi sono autosufficienti, ma non hanno parenti, o comunque se ce li hanno, vivono lontano. Insomma, sono a tutti gli effetti a rischio potenziale.
Un progetto, quello dell’”anagrafe della fragilità ”, che si sviluppa in tre atti principali. Primo: mettere in rete gli uffici statistica, anagrafe e servizi sociali del Comune di Brescia. Secondo: incrociare la ricerca con i dati disponibili nelle strutture sanitarie, riabilitative e socio assistenziali. Terzo: integrare le informazioni ufficiali con quanto può emergere dai rapporti di vicinato. Affidare un gruppo di anziani alle associazioni di volontariato e creare un rapporto di fiducia, che in caso di necessità  diventa determinante, questo è l’obiettivo che ci si prefigge.

Fonte: Auser