Fino a oggi avevamo sentito parlare dell’effetto Mozart, per spiegare la particolare efficacia benefica della musica sulla psiche umana. Ora prepariamoci ad aggiungere l’effetto Vivaldi, per significare le virtù positive sulla memoria, specie quella degli anziani.
Scoperto in uno studio su un campione di volontari della terza età , diretto da Nicola Mammarella della facoltà di Psicologia dell’Università G. D’Annunzio di Chieti, il potere della musica del compositore veneziano è stato battezzato ‘effetto Vivaldi’. Pubblicata sulla rivista Aging Clinical and Experimental Research, la ricerca avvalora la tesi secondo cui l’ascolto di musica ha effetti positivi sulla funzionalità cerebrale. L’effetto Mozart indica proprio il potere dell’ascolto di musica su memoria e apprendimento: fu cosàì battezzato nel 1993 dai primi esperimenti basati sull’ascolto di una Sonata in Re maggiore per due pianoforti di Mozart. Ricerche successive dimostrarono pure alcuni potenziali meccanismi d’azione della musica, come l’aumento di fattori di crescita neurali indotto dall’ascolto.
Lo studio italiano ha coinvolto 24 individui anziani ed individuato come brano dai poteri taumaturgici su memoria a breve termine e memoria operativa uno tratto da Le quattro stagioni di Vivaldi. Gli esperti hanno dimostrato che, diversamente dal semplice rumore o dal silenzio, l’ascolto di Vivaldi potenzia le performance degli anziani a test mnemonici di vario tipo come ricordare una serie di numeri in successione progressiva. Il miglioramento della performance mnemoniche, hanno spiegato gli scienziati, potrebbe essere attribuibile all’aumento dello stato di vigilanza e di attenzione indotto dalla musica, inoltre è plausibile che specifiche caratteristiche della musica agiscano sulla memoria di lavoro fonologica.
Fonte: Staibene.it