Sono circa tre milioni, in Italia, gli ultrasessantacinquenni affetti da deficit cognitivo di grado lieve: un anziano su quattro. Non tutte queste persone, ovviamente, sono destinate ad una progressione del deficit verso la demenza, ma il rischio di patologia conclamata nei quattro anni successivi è triplicato rispetto ai soggetti anziani ma con funzioni cognitive normali.
E’ quanto risulta da una osservazione condotta, nell’ambito del Progetto Ilsa (Italian Longitudinal Study on Aging), da Antonio Di Carlo e Marzia Baldereschi dell’Istituto di Neuroscienze (In) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Firenze, insieme con Domenico Inzitari, Marco Inzitari e Maria Lamassa dell’Università di Firenze e con Emanuele Scafato, coordinatore scientifico dell’Ilsa presso l’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
Articolo tratto da Sesto Potere