àˆ il quadro che è emerso dall’anticipazione del ‘Rapporto povertà ed esclusione’ frutto della collaborazione tra Caritas italiana e Fondazione Zancan.
Secondo la ricerca effettuata raccogliendo i dati dei centri d’ascolto dislocati nelle Caritas parrocchiali, il 13,1% degli italiani vive in condizioni di povertà : “l’Italia – spiega padre Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana -non è il posto dell’uguaglianza. Qui più che in altri Paesi il desiderio di fare il salto socialè è più difficile da realizzare”. Ecco perchè l’Italia appare un “paese vulnerabile: i conti pubblici, un’imbarazzante divergenza tra nord e sud, la carenza di innovazione”.
Inoltre, secondo Nozza, il reddito in Italia non è distribuito in maniera omogenea, ma tende a concentrarsi “ai vertici” mentre “è diluito alla base”. Il tasso di povertà “riguarda l’11,1% del totale delle famiglie e circa 7,6 mln di persone”. Il disagio è presente soprattutto al sud (dove quasi il 39% dei nuclei familiari si colloca nelle fasce di reddito più basse, contro il 12% del nord), in quelle famiglie numerose e in quelle dove ci sono disoccupati e anziani soli”.
La lotta alla povertà , quindi, deve diventare una priorità per il welfare che, sostiene il direttore di Caritas italiana, “dovrebbe essere considerato un fattore di sviluppo e non un costo”. Occorre investire subito nel Mezzogiorno in servizi pubblici essenziali e, su tutto il territorio, approntare un piano di definizione dei livelli essenziali di prestazioni.
Articolo tratto da notizie.alice.it