Un’Italia sempre più vecchia. Una tendenza crescente che vedrà , da qui al 2050, un terzo della popolazione ultra sessantacinquenne e quasi tutta in pensione.
E’ questa la fotografia del nostro paese che emerge dall’ultimo ‘Factbook 2007′ dell’Ocse. Trecento pagine di numeri e statistiche (aggiornate al 2005) che passano in rassegna i 30 paesi più industrializzati del mondo individuando i risultati raggiunti nell’ultimo decennio e le tendenze a lungo termine.
Dalle cifre viene fuori che la popolazione italiana, dal 1992 al 2005, ha registrato il tasso di crescita più basso (sotto lo 0,5%) insieme alla Germania e al Giappone, a fronte di aumenti di quasi il 2% registrati da India e Sud Africa. Sempre nel 2005 il numero di anziani sopra i 65 anni è stato del 19,6% (il più alto dopo il 20% del Giappone), una percentuale che l’Ocse prevede in ascesa fino a 33,7% nel 2050.
Confermata, invece, la ricchezza dell’Italia (al sesto posto in termini di Pil), che resterà nel gruppo ‘forte’ dei paesi ad alta redditività per Pil pro capite con 28 mila dollari annui (circa 22 mila euro), cifra solo di poco sotto alla media Ocse di 30.065 dollari. Tuttavia l’Italia registra dal 1992 ad oggi, uno dei livelli più bassi di crescita in termini di Pil pro capite.
Passando al mondo del lavoro e della produttività il quadro che emerge è ancora una volta in chiaro scuro. Se infatti la disoccupazione è effettivamente scesa a ritmi più veloci che negli altri paesi, l’Italia conserva il primato di paese a più alto tasso di disoccupazione strutturale a lungo termine, pari al 52,2% del numero complessivo dei senza lavoro. Ancora marcate le differenze regionali tra il Mezzogiorno e il resto dell’Italia.
In termini di produttività si scopre che, per quanto riguarda le ore concesse al lavoro, gli italiani sono tra i più generosi ma emerge anche che, la produttività per ora lavorata è stata dello 0,4% nel 2004. In assoluto la più scarsa insieme al Portogallo, in una classifica guidata dal Slovacchia e Repubblica Ceca.
Per quanto riguarda il mondo delle imprese si scopre che in Italia il 30,7% della popolazione attiva è impiegata in piccole imprese con meno di 20 dipendenti che da sole costituiscono il 92,9% del numero totale delle imprese, una percentuale superata solo da Repubblica Ceca, Australia e Messico.
Note poco liete sul fronte delle nuove tecnologie. Solo il 38,6% inoltre delle famiglie ha l’accesso Internet a casa a fronte di un numero esagerato di linee telefoniche: 147,6 ogni 100 abitanti contro una media Ocse di 116.
Articolo tratto da Repubblica.it