Cambia il paniere Istat che serve a determinare la crescita o il calo dei prezzi al consumo. Addio cosàì alle vecchie attrezzature analogiche e alla pellicola fotografica. Entrano le nuove tecnologie digitali.
In particolare, rende noto l’Istituto, dal paniere escono l’ormai obsoleta macchina fotografica, la videocassetta, la pellicola fotografica a colori ed il suo sviluppo e la sveglia a pile. Al loro posto entrano la scheda di memoria per macchine fotografiche digitali, la stampa da foto digitale e la multipresa elettrica che va a sostituire il cavo elettrico. Fra le altre uscite l’Istat segnala la torta gelato sostituita di più comodi multipack, le pantofole da donna al cui posto entrano i sandali, e la coperta ormai sostituita dal più comodo piumino da letto. Esce dal paniere rappresentativo dell’inflazione anche la tariffa dell’Ordine degli avvocati a seguito del provvedimento emanato dal governo sulle liberalizzazioni delle tariffe di categoria. Altre voci che invece fanno il loro primo ingresso nel cestino utilizzato dall’Istat sono i sughi pronti, il costo di riparazione della moto, la visita al monumento storico, il costo per le scuole private per l’infanzia, il filo interdentale, i sedili portabambini per le automobili e le assicurazioni sugli infortuni.
Le posizioni rappresentate all’interno del paniere sono adesso 540, contro le 562 del 2006. La riduzione, spiegano i tecnici dell’Istat, è legata in gran parte all’accorpamento di alcune classi: in particolare quelle relative ai prodotti ittici freschi, le cui numerose voci sono state raggruppate in 5 posizioni, e le sigarette, che non verranno più distinte tra nazionali ed estere. Per quanto riguarda l’incidenza dei singoli capitoli, l’Istat segnala un incremento del peso relativo di 6 voci. L’aumento più rilevante è per le bevande alcoliche e per i tabacchi (+11,1%), che passano dal 2,73% al 3,04% del totale. La flessione maggiore riguarda l’istruzione, che passa dall’1,1% allo 0,9% con una flessione del 16,5%. In valore assoluto il peso maggiore riguarda i prodotti alimentari e le bevande alcoliche (16,4%), ed i trasporti (15,16%).
Fonte: Corriere.it