Dichiarazione di Silvano Miniati, segretario generale Uil Pensionati
Una delle prime richieste che abbiamo fatto al ministro Damiano in preparazione del tavolo di confronto con il Governo sulla previdenza è stata una documentazione precisa di tutte le pensioni e vitalizi non regolati dalla legge Dini e dalle altre norme che regolano, invece, le pensioni dei milioni di lavoratori italiani, pubblici e privati, dipendenti e autonomi. A godere di privilegi previdenziali non sono solo i parlamentari italiani (eletti sia al Parlamento nazionale sia al Parlamento europeo), ma anche i consiglieri regionali, i componenti delle Authority e i componenti degli organi costituzionali.
àˆ quanto dichiara Silvano Miniati, segretario generale della Uil Pensionati, commentando i dati pubblicati nell’ultimo numero de L’espresso.
Come Uil Pensionati – prosegue Miniati – apprezziamo, dunque, l’accurata inchiesta de L’espresso sui privilegi pensionistici dei parlamentari. Speriamo che questa volta le denunce e l’indignazione dei cittadini portino a risultati concreti. Sono anni, infatti, che la Uilp denuncia questo scandalo, a partire dal 1999 in cui sollevammo la questione con una indagine precisa. Da molti parlamentari ricevemmo attestazioni di stima e riconoscimenti, ma sul piano dei fatti, nei regolamenti non cambiò praticamente nulla.
Oggi il problema non è più eludibile – afferma ancora Miniati – e va affrontato al suo nocciolo. Come Uil Pensionati chiediamo regole uguali per tutti, per garantire che, a parità di contributi versati e di anni di lavoro, in qualsiasi comparto del mondo del lavoro corrisponda la medesima pensione. Si devono, cioè, uniformare tutti i requisiti e i sistemi di calcolo.
Per fare questo, la Uilp chiede l’istituzione di un ˜codice previdenziale unico’, il che vuol dire che ogni cittadino italiano deve avere una unica posizione previdenziale, in cui far affluire tutti i contributi previdenziali, di qualsiasi entitità , tipo e durata. Ogni cittadino, al momento di andare in pensione, riceverà poi una sola pensione, ottenuta in base a requisiti e sistemi di calcolo uguali per tutti.
àˆ sorprendente – conclude Miniati – che oggi un parlamentare possa andare in pensione con 20 anni di contributi e addirittura meno di 50 anni di età , nell’acquiescenza di tutti i parlamentari, mentre in quello stesso Parlamento molti ritengono scandaloso che con 35 anni di lavoro in fabbrica si possa andare in pensione a 57 anni e accusano il sindacato di essere conservatore perchà© si oppone all’applicazione dello scalone.
Fonte: Segnalazione