Una nuova tecnica, messa a punto a Los Angeles dai ricercatori dell’Università della California, permetterà di riconoscere i primissimi segni del morbo di Alzheimer. La nuova metodica combina l’uso della Pet, la tomografia ed emissione di positroni, con l’impiego di una sostanza capace di marchiare i depositi di proteine che, con il tempo, costituiscono le placche cerebrali all’origine della malattia neurologica.
Come spiegano gli scienziati nello studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, il vantaggio di questo nuovo metodo consiste “nell’aprire una finestra sul cervello delle persone ancora in vita, che non presentano ancora alcun sintomo dell’Alzheimer”. Finora, infatti, la conferma della diagnosi della malattia neurodegenerativa avveniva solo attraverso l’autopsia.
I risultati dello studio condotto su 83 volontari, di cui 25 con Alzheimer, 28 con problemi leggeri di apprendimento e i restanti appartenenti a un gruppo di controllo, sono ora al vaglio della Food and Drug Administration, La casa produttrice della Pet, e ricercatori che hanno messo a punto il marker capace di mettere a fuoco le placche cerebrali, si aspettano di ottenere il via libera della Fda per l’uso diagnostico della tecnica nel prossimo futuro.
Fonte: Tgcom.mediaset.it