Nel 2005, ogni 100 lavoratori attivi c’erano 71 pensionati di cui il 27,7% ha un’età compresa tra 40 e 64 anni e il 3,6% ha meno di 40 anni. A rivelarlo lo studio Istat su «I beneficiari delle prestazioni pensionistiche», dove si spiega come il rapporto attivi/passivi è maggiore nel Mezzogiorno (78 pensionati ogni 100 occupati) e inferiore nelle regioni settentrionali, dove il rapporto di dipendenza è di 67 a 100. In generale, comunque, l’Istituto nazionale di statistica spiega come il trend, tra il 2000 e il 2005, è diminuito, passando da 74 a 71 pensionati ogni 100 occupati. Differenze territoriali si rilevano anche riguardo agli importi medi dei redditi pensionistici: sono più elevati nelle regioni settentrionali e in quelle centrali (rispettivamente, 105,4% e 106,4% della media nazionale) e inferiori nelle regioni del Mezzogiorno (87,5% rispetto alla media nazionale)
Ma quanti anni hanno i pensionati in media? Il 68,7% dei pensionati ha 65 anni e più e il 19,2% del totale è costituito da persone con età superiore a 79 anni, tuttavia, una quota consistente di percettori ha un’età inferiore a quella normalmente individuata come soglia della vecchiaia (65 anni): infatti, il 27,7% dei pensionati ha un’età compresa tra 40 e 64 anni e il 3,6% ha meno di 40 anni. Quest’ultima quota resta superiore per gli uomini (4,3%) rispetto alle donne (2,9%). Sono però proprio i baby pensionatàì a percepire il più elevato importo medio dei redditi pensionistici: per la fascia di età compresa tra 40 e 64 anni il mensile è stato di 13.730 euro (valore superiore del 5,8% rispetto a quello medio generale).
Fonte: Corriere.it