Le cause della cataratta non sono note con precisione, anche se ci sono fattori di rischio accertati, quali l’età , traumi, malattie (es. diabete), uso prolungato di certi farmaci o fattori ereditari. Questa patologia porta ad una opacizzazione del cristallino, composto principalmente di acqua e proteine, orientate a mantenerlo trasparente per permettere il passaggio della luce verso la retina. Oggi la cataratta si opera quando crea fastidi, sofisticate apparecchiature consentono una maggiore sicurezza operatoria, le tecniche “storiche” utilizzate si riducono sostanzialmente a due:
Estrazione extracapsulare pianificata – Il chirurgo pratica un’incisione lunga da 6 a 12 mm lungo il bordo della cornea, attraverso tale taglio si estrae la parte centrale del cristallino e, là dove stava la lente naturale e si inserisce il cristallino artificiale.
Facoemulsificazione – Tecnica più recente che garantisce un immediato recupero visivo ed una notevole riduzione delle complicanze. Si procede praticando un’incisione di soli 3,2 mm attraverso la quale si inserisce una minuscola sonda in grado di fare arrivare gli ultrasuoni sino al cristallino. Una volta sciolto lo si aspira ed attraverso la stessa incisione si inserisce un cristallino artificiale morbido.
Per il 2004 sono segnalate novità tecniche che permetteranno di intervenire con incisioni sempre più ridotte (di poco superiori ad 1 mm) grazie alla “bimanuale” e all’impianto di cristallini artificiali pieghevoli spinti nell’occhio da iniettori di calibro ridotto. Nella chirurgia rifrattiva, l’uso consolidato del laser ad eccimeri si sta affiancando a nuove tecnologie (aberrometria corneale e “wave front”) che consentono di effettuare interventi sempre più personalizzati, migliorando sensibilmente le performance visive dei pazienti.