Per evitare che l’impossibilità di conciliare vita lavorativa e familiare si traduca nell’abbandono da parte di tante donne che potrebbero invece restare nel mondo del lavoro, che la Regione Toscana ha deciso di finanziare progetti prototipali di formazione continua (in base alla legge 53 del 2000) finalizzati alla formazione di lavoratori e lavoratrici e legati, in particolare, ad accordi contrattuali che prevedano la riduzione o la rimodulazione dell’orario di lavoro.
Il bando per il finanziamento di questi progetti, riservato a imprese pubbliche o private, è stato aperto nel gennaio scorso. Qualche giorno fa l’approvazione dei quattro progetti vincitori, che saranno finanziati complessivamente per 588 mila 146 euro. I lavoratori coinvolti, nella stragrande maggioranza donne, sono circa 1000, di cui oltre metà donne, dipendenti di aziende pubbliche e private o cooperative che operano in campo socio-sanitario.
I progetti finanziati affrontano il problema della flessibilità del lavoro all’interno di processi di riorganizzazione delle imprese, con l’obiettivo migliorare la qualità della vita dei lavoratori e delle lavoratrici senza diminuirne la produttività ma anzi, accrescendo la loro partecipazione e valorizzando il loro apporto professionale. Filo conduttore dei quattro progetti, l’intervento sulla flessibilità nell’organizzazione del lavoro, che passa principalmente attraverso la promozione e sperimentazione di strumenti come il telelavoro, (cioè la possibilità di svolgere da una postazione domestica, tutto o parte del lavoro assegnato) e la banca delle ore (una gestione flessibile delle ore di lavoro eccedenti l’orario),o anche l’analisi organizzativa dell’impresaper definire una mappatura dei bisogni di lavoratrici e lavoratori. Tutti questi strumenti sono quasi sempre integrati fra loro e mai usati in maniera univoca e riochiedono necessariamente interventi formativi per preparare i lavoratori alle trasformazioni previste.
Articolo tratto da www.primapagina.regione.toscana.it