Contrastare i pregiudizi intorno ai problemi connessi all’invecchiamento. Questo il punto da cui l’Auser è partita per elaborare la proposta al nuovo Governo, di una legge quadro sull’Invecchiamento Attivo. Proposta di cui si è avviata la discussione nell’ambito dell’Assemblea Nazionale Auser, conclusasi ad Abano Terme (4-5 maggio 2006).
“Il tempo e le competenze degli anziani, il patrimonio di esperienze e di saperi che hanno accumulato nel corso di una intera vita – ha sottolineato la presidente nazionale Maria Guidotti illustrando il progetto- sono risorse preziose, che attendono di essere adeguatamente valorizzate nel nostro Paese”.
La legge quadro- secondo il progetto elaborato da Auser- dovrebbe poggiare su tre cardini. Il primo riguarda le politiche che favoriscono la permanenza al lavoro, o il reingresso di lavoratori e lavoratrici espulsi precocemente dal mondo del lavoro (attuazione degli obiettivi di Lisbona); il seconda riguarda la preparazione al pensionamento ed il terzo le attività di promozione sociale e le attività di servizio alla comunità , aiuto alla persona, cura dei “beni comuni” come l’ambiente, il patrimonio storico e artistico ecc.
Più nel dettaglio, si propone di avviare una vera e propria azione di prevenzione del disagio che accompagna l’uscita dal lavoro e di predisporre forme di sostegno sia psicologico che informativo. Compito della legge sarebbe quello di creare nuovi spazi di iniziativa sindacale e incentivare un positivo coinvolgimento delle aziende.
Prepararsi al pensionamento significa “progettare” una nuova stagione della vita. Una “educazione al pensionamento” che dovrebbe iniziare sugli stessi luoghi di lavoro. La Legge quadro dovrebbe favorire lo sviluppo di attività formative, culturali, ricreative, di esercizio fisico, ecc. molte delle quali già esistono e riconoscere ufficialmente il loro valore e la loro importanza, irrinunciabile elemento di vitalità sociale e di democrazia.
“Ciò che riceveranno gli anziani a fronte del loro impegno sociale e civile – sottolinea la Guidotti – non dovrà costituire una integrazione ad una pensione magari troppo bassa. Il diritto ad una pensione dignitosa non deve avere niente a che fare con il diritto-dovere di impegnarsi socialmente. Gli anziani che vorranno impegnarsi socialmente sono “cittadini attivi” e non “bacino di manodopera a basso costo” al quale gli enti pubblici possono fare ricorso come a una inerte massa di manovra”.
Una politica di Invecchiamento Attivo può avere ricadute molto efficaci anche nella prevenzione di patologie legate all’uscita dal mondo del lavoro e alla solitudine, tanto da ridurre in modo significativo la pressione sui servizi di welfare particolarmente su quelli sanitari. “Nessuna finanziaria potrà mai iscrivere in bilancio risparmi calcolati su questa base ma questo non è un buon motivo per dimenticarne l’esistenza”.
Fonte: Auser