La Legge finanziaria 2006 prevede l’adozione di un Piano Nazionale di contenimento delle liste di attesa, già approvato lo scorso 28 marzo dalla Conferenza Stato-Regioni. Il problema della gestione delle liste di attesa, infatti, può trovare più facile soluzione individuando strumenti e modi di collaborazione di tutti gli attori del sistema: quelli operanti sul versante prescrittivi e quelli di tutela del cittadino.
Il problema viene cosàì affrontato su due livelli:
- Il primo livello si pone in ambito regionale, avendo le Regioni l’obbligo di dotarsi di uno strumento programmatico unico e integrato, per garantire un abbattimento dei tempi di attesa, agendo nello stesso tempo sul lato della domanda (le prescrizioni) e su quello dell’offerta.
àˆ altresàì previsto che in tutte le Regioni si proceda alla attivazione (o al completamento) del Centro Unico di Prenotazione regionale (CUP), in grado di assicurare tempestività , trasparenza e sinergia per facilitare l’accesso alle prestazioni sanitarie specialistiche e ospedaliere. A questo livello la responsabilità è affidata alla Regione.
In caso di mancata fissazione da parte delle Regioni dei tempi di attesa, si applicano direttamente i parametri temporali determinati a livello nazionale.
- Il secondo livello si pone in ambito locale, mediante l’individuazione di 100 prestazioni prioritarie. Al cittadino, in ogni caso, è assicurata dalla propria azienda sanitaria locale l’erogazione di tali prestazioni presso strutture pubbliche o accreditate, nei tempi di attesa fissati dalla Regione e dal Ministero della salute. A questo livello la responsabilità è affidata al Direttore generale della Azienda sanitaria locale. Quest’ultimo assumerà le opportune iniziative e gli opportuni accordi con le strutture sanitarie operanti sul proprio territorio, o in quelli vicini, facendo in modo che per ciascuna delle 100 prestazioni vi sia una o più struttura che garantisca il rispetto del tempo massimo di attesa previsto.
Il cittadino è tuttavia libero di rivolgersi alle altre strutture del Servizio sanitario nazionale sia della propria regione che di altre regioni.
Tale impostazione appare fortemente innovativa, perchà© – diversamente che nel passato – consente di individuare immediatamente e con assoluta chiarezza la catena di responsabilità .
Le 100 prestazioni prioritarie, fissate dal Piano nazionale, che le Regioni dovranno affidare alla responsabilità del Direttore generale della Unità sanitaria locale sono state individuate sulla base della classificazione internazionale delle malattie. E’ previsto che l’elenco delle prestazioni sia aggiornato periodicamente d’intesa con la Conferenza Stato Regioni, sulla base delle esperienze di monitoraggio previste dallo stesso Piano.
L’elenco delle 100 prestazioni prioritarie comprende:
a. prestazioni individuate in specifiche aree critiche di bisogno assistenziale, per le quali è prevedibile un ricorso caratterizzato da un alto livello di appropriatezza (area delle urgenze differibili, area oncologica, area delle patologie cardiache e vascolari);
b. prime visite specialistiche in branche caratterizzate da una forte domanda assistenziale;
c. prestazioni individuate in settori ad alta complessità tecnologica;
d. prestazioni individuate in ambiti che presentano forti differenze di accessibilità nelle diverse realtà regionali.
Fonte: Governo.it