Il Tribunale dei diritti del malato compie venticinque anni. Una tappa importante, cominciata a giugno del 1980 con la proclamazione della prima Carta dei 33 diritti del cittadino malato, in cui si scriveva del diritto a non dover pagare mance per servizi dovuti, ad avere un’ambulanza subito dopo un incidente, ad essere seguiti dal medico di famiglia in ospedale, a ricevere una diagnosi preventiva e accurata. Oggi ci sono sezioni del Tribunale in quasi tutte le Asl e aziende ospedaliere italiane.
Quest’anno poi sarà indetta dal Parlamento Europeo la prima Giornata europea dei diritti del cittadino malato. Che cosa ha ottenuto in questi anni il Tribunale? “Tante cose concrete”, scrive Teresa Petrangolini, segretario di Cittadinanzattiva-TDM (Trib. diritti del malato), “innanzi tutto i diritti dei bambini, da quello a giocare in ospedale a quello di essere curati a casa, a studiare in ospedale, a non essere lasciati soli dai genitori”. Ma anche il 118 ormai ovunque, l’accesso ai farmaci gratuitamente per intere categorie di malati cronici, la legge sulla terapia del solore, le norme per il consenso informato, il cambiamento degli orari in ospedale, maggiore tutela in caso di liste d’attesa. Nonostante tutto questo, però, scrive Petrangolini, la Sanità fa acqua da tutte le parti ed è largamente al di sotto delle attese di tutti noi.
Articolo tratto da Repubblica