Negli ospedali italiani quattro ricoverati su dieci hanno più di 65 anni. Percentuale destinata a crescere, se è vero che (proiezioni Istat) gli over 65 passeranno da 11 a 15 milioni entro il 2020. Il Servizio sanitario nazionale dovrà rispondere ai bisogni crescenti della popolazione che invecchia con risorse pubbliche sempre più inadeguate: un rebus contabile che tormenta i sonni dei governanti, ma anche dei governati, potenziali vittime dello “sbilancio”. Ma far quadrare i conti, in realtà , potrebbe essere un’impresa meno disperata di quanto sembri. Efficienza e risparmio potrebbero venire dalla cura dei malati a distanza attraverso le reti di telecomunicazione (e-care): solo nell’ambito delle cardiopatie, una delle prime voci di spesa dei Paesi occidentali, i costi assistenziali si dimezzerebbero.
Il primato nell’applicazione dell’informatica al campo medico-sanitario spetta agli Stati Uniti, dove la crescita annuale del mercato è del 10 per cento. In Europa il giro d’affari pare destinato a raddoppiare entro il 2008, raggiungendo i 923 milioni di dollari (dati “Sole24Ore”). L’Italia, al solito, è nelle retrovie: gli investimenti in information technology incidono appena dello 0,6 per cento sul totale della spesa sanitaria, contro il 2 per cento degli altri Paesi.
Articolo tratto da Lastampa.it