Saturday, November 23, 2024

Nella seconda giornata del XV Convegno Nazionale della Società  Italiana di Neurogeriatria (SINeG), in programma fino al 17 dicembre presso il Jolly Hotel Vittorio Veneto di Roma, è stato presentato il prototipo di una innovativa carrozzina in grado di interagire in maniera razionale con gli utenti affetti dalla malattia di Alzheimer e dalle altre forme di demenze.

Il progetto di ricerca italo spagnolo è stato sviluppato dal team medico del Prof. Carlo Caltagirone, Presidente SINeG e Direttore Scientifico dell’Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma (Ospedale ad alta specializzazione per la riabilitazione neuromotoria), in collaborazione con il gruppo di ricercatori di intelligenza artificiale diretto dall’Ing. Ulisses Cortès dell’Universidad Politecnica De Catalunya (Upc) di Barcellona.

L’Irccs Fondazione Santa Lucia che ha 300 pazienti di cui circa il 70 % colpiti da ictus cerebrale e demenza ed affetti da disturbi motori e conoscitivi, ha avviato questo programma sperimentale per ridurre la loro disabilità ; la collaborazione ha spinto due team ad ideare una innovativa carrozzina intelligente. L’Ing. Cortà©s ha dichiarato che gli obiettivi del progetto sono stati fornire assistenza ai cittadini affetti dalle varie forme di disabilità : migliorandone l’autonomia, la sicurezza ed in generale la qualità  della vita, ad esempio facilitandone i contatti sociali.

La carrozzina intelligente è dotata di apparecchiature che permettono simultaneamente: la conduzione da parte del passeggero come una normale carrozzina elettrica, la correzione della macchina agli errori dell’utente ed infine la guida a distanza da parte dei medici. In pratica per mezzo di sofisticati software la carrozzina è in grado di interpretare le intenzioni del paziente impedendogli in caso di mancanza di lucidità  di commettere errori pericolosi come andare contro ostacoli o ad esempio imboccare una rampa di scale. Le strumentazioni della carrozzina hanno naturalmente uno scopo riabilitativo e forniscono ai medici tutti i tracciati dell’interazione tra utente e macchina permettendo a neurologi e geriatri di analizzare la durata dei momenti di lucidità  dei pazienti, valutandone i miglioramenti od i peggioramenti.

Il prototipo, in questa prima versione (di cui è possibile vedere un foto in allegato), è dotato di un sistema di GPS (Global Positioning System) che permette alla macchina stessa e ad i medici di sapere in ogni momento dove si trova. Il primo esemplare, cui ne seguiranno certamente altri, è costato circa 130mila Euro di strumentazioni , ed è stato testato con successo alla fine di novembre al Irccs Santa Lucia dove è stata compiuta una passeggiata di prova nell’ampio parco.

“Questo risultato – ha affermato l’Ing. Cortà©s – è stato possibile solo grazie alla cooperazione tra medicina ed ingegneria, una sinergia importante che in futuro deve essere assolutamente rafforzata” Il progetto è attualmente al vaglio dell’Unione Europea per la concessione di un finanziamento; il Prof. Caltagirone ha affermato infatti che se in un primo momento le applicazioni di questa tecnologia saranno interne agli ospedali, in futuro non è difficile immaginarne un uso anche esterno.

Fonte: Segnalazione Andrea Comaschi – Aristea Congressi